I PROBLEMI MEDICO-LEGALI DELLA PRECIPITAZIONE

Definizione: precipitare significa letteralmente piombare dall'alto con velocità e violenza, si può precipitare da grandi altezze (aerei, dirupi ecc.), da medie altezze (palazzi) e da piccole altezze, quest'ultime dette più propriamente cadute (dalla finestra al primo piano, dalla scala, da uno sgabello, dal letto o semplicemente a terra dalla stazione eretta).

Meccanismi di lesione. Le conseguenze traumatiche della precipitazione dipendono da due cause principali: l'urto del corpo contro il piano di arresto e l'improvvisa decelerazione del corpo; entrambi sono in rapporto alla rigidità del piano di arresto ed all'energia cinetica che il corpo acquista in funzione della velocità e della massa.

I corpi sono soggetti alla forza di gravità; tale forza imprime a ciascun corpo un'accelerazione g che alle nostre latitudini è pari a 9,8 m/sec2; questo significa che la velocità v da un valore iniziale di 0 aumenta di 9,8 m/sec ogni secondo, mentre lo spazio percorso è h=v2/2g; precipitando da 10 m la velocità al termine della caduta supera i 50 km/ora.

La forza con la quale la Terra attrae ciascun corpo verso il suo centro è il peso del corpo: p=massa * g; l'energia cinetica, o forza viva che il corpo acquista precipitando è Ec=massa * v2/2. L'energia cinetica al momento dell'impatto si trasforma in forza meccanica che si somma al peso (basta fare un salto sulla bilancia per verificare un aumento di peso); poichè Ec è proporzionale al quadrato della velocità ne risulta che variazioni relativamente modeste di quest'ultima arrivano ad aumentare varie volte il peso sia del corpo intero che di ogni suo organo, inoltre essendo proporzionale alla massa del corpo questo spiega, assieme all'elasticità dello scheletro, come piccoli bambini possano talvolta uscire praticamente incolumi da voli paurosi.

L'urto contro resistenze elastiche (rete degli acrobati, telone di salvataggio dei pompieri, acqua) esplica azioni traumatizzanti minime, ostacoli incontrati lungo la caduta, come fili tesi, possono ridurre la velocità, ed attenuare gli effetti contusivi al suolo, così come la caduta su di un piano inclinato.

Se l'individuo mantiene la conoscenza compie dei movimenti di contrazione muscolare reattiva capaci di determinare lacerazioni e disinserzioni muscolari, viceversa lo stato di rilassamento del corpo, può rendere meno gravi gli effetti dell'impatto nel caso di precipitazioni da medio-piccola altezza.

Avvenuto l'arresto del corpo, gli organi interni proseguono nella caduta per forza d'inerzia (Ec) esercitando trazioni sui peduncoli e sui legamenti sospensori con possibili gravissime lesioni.

Lesioni da precipitazione. Le lesioni, pur essendo molteplici, multiformi e multipolari, hanno la caratteristica di essere più numerose nelle sedi che urtano direttamente contro il suolo.

1) Le lesioni cutanee sono relativamente scarse in contrasto con la gravità delle lesioni interne, si tratta di ferite lacere-contuse da urto diretto o da esposizione di monconi ossei, di escoriazioni da strisciamento contro le pareti durante la caduta.

2) Le lesioni scheletriche più caratteristiche sono la frattura a mappamondodel cranio, la frattura ad anello attorno della base del cranio attorno al forame occipitale, la frattura bilaterale del calcagno, del collo femorale, della branca ischio-pubica. Talune fratture ossee avvengono per violenta contrazione muscolare con distacco di frammenti dalle inserzioni.

3) Le lesioni viscerali più tipiche da decelerazione la disinserzione del cuore dal peduncolo vascolare, la rottura dell'arco aortico, del fegato, della milza e dei reni lungo i rispettivi legamenti.

Problemi medico-legali. La precipitazione può essere accidentale o dipendere da infortunio sul lavoro, suicidio od omicidio.

a) Analisi della traettoria. Pur rispecchiando solo una tendenza statistica la precipitazione omicidiaria ed accidentale è in genere perpendicolare, mentre quella suicidiaria sarebbe obliqua in avanti per lo slancio che si imprime il suicida, con una distanza dalla perpendicolare quasi sempre superiore al metro.

b) Studio della posizione di caduta. Ha significato solo per cadute da piccola altezza, essendo unanimamente riconosciuto che nella precipitazione non vi è corrispondenza fra il punto d'impatto e la posizione iniziale del corpo.

c) Esame esterno della vittima. Le lesioni cutanee da precipitazione sono per lo più scarse, a differenza di quelle provocate dagli investimenti, ad eccezione delle lesioni del cuoio capelluto da scoppio nelle cadute a capofitto. Lo scheletro subisce infatti fratture talmente comminute da non essere in grado di perforare la cute e la sua palpazione ne fa apprezzare una mobilità a "sacco di noci". E' possibile pertanto riscontrare segni di violenza incompatibili con la precipitazione, ma riferibili a tentato suicidio od omicidio con altri mezzi.

d) Esame autoptico. Con la sezione cadaverica è possibile riconoscere il primo punto d'impatto con le lesioni dirette, associato a lesioni indirette a distanza. La presenza di numerosi distacchi tendinei dimostra lo stato di coscienza della vittima al momento dell'impatto al suolo. Si possono riscontrare le lesioni viscerali che hanno causato la morte dell'individuo in assenza di lesioni contusive (cadute in acqua, su mucchi di sabbia, su cataste di cartoni o di pneumatici).